Nobili Due Sicilie


ORDINI CAVALLERESCHI



Insigne Ordine di San Gennaro


Storia

Il fondatore dell'ordine, Carlo VII di Napoli, che governò dal 1734 al 1759, fu il primo monarca dal 1502, regnante di questo regno, a risiedervi stabilmente. Come giovane re, Carlo venne considerevolmente influenzato dal padre, il re Filippo V di Spagna, che aveva dato prova di una capace, ma errata politica, non contribuendo a riportare la pace tra i due regni, ma ristabilendo semplicemente l'influenza spagnola sull'Italia.

La fondazione dell'ordine fu un processo che durò diversi anni, ed il matrimonio tra il giovane re e la principessa Maria Amalia di Sassonia, divenne l'occasione giusta per inaugurarlo. Lo statuto e la fondazione dell'ordine vennero realizzati il 3 luglio 1738 e le prime consegne delle medaglie vennero effettuate dopo soli tre giorni.

Gli statuti prevedevano che i sessanta aderenti fossero nobili cattolici, (anche se in tempi successivi vi vennero ammessi anche nobili non cattolici, ma in casi eccezionali e l'ordine giunse a sorpassare i sessanta aderenti diverse volte).

Come ordine di collare (e quindi il più importante del Regno), esso venne inteso di rango eguale all'ordine del Toson d'oro, detenuto nel ramo spagnolo dal padre, ed all'ordine dello Spirito Santo, retto dai cugini Borbone di Francia. Ad ogni modo, non di rado, i membri della casata dei Borbone-Napoli ottennero le onorificenze di tutti e tre gli ordini della real casa di Borbone. In segno di sottomissione, il re Carlo riservò al padre Filippo V il diritto di nominare annualmente sei cavalieri, rinvigorendo l'unione tra i domini della casa di Borbone.

Un ordine "santo"

Il legame con la religione cattolica era molto sentito. I cavalieri, ad esempio, secondo l'articolo VII della costituzione dell'ordine, avevano l'obbligo di ritrovarsi periodicamente con gli altri membri, di rispettare l'inviolabilità della persona del gran maestro, di partecipare quotidianamente alla celebrazione eucaristica, di fare la comunione perlomeno a Pasqua e nella festa di san Gennaro, di partecipare alle celebrazioni in memoria dei cavalieri defunti e di non ingaggiare o accettare un duello ma di riferire la questione al gran maestro.

Papa Benedetto XIV, confermò la fondazione dell'ordine nella bolla papale del 30 maggio 1741, le cui provvisioni vennero leggermente modificate con una seconda bolla, datata al 26 luglio di quello stesso anno. Il carattere cristiano dell'ordine e l'autorità papale diedero a questa fondazione una protezione specifica, che ad esempio servì a proteggere l'istituzione dall'abolizione quando Vittorio Emanuele II di Savoia, nel 1860, conquistò il Regno delle Due Sicilie.

Da Carlo III a Ferdinando

Carlo VII ereditò la corona spagnola alla morte del padre, divenendo monarca con il nome di Carlo III, il 10 agosto 1759. Secondo l'articolo II del trattato di Napoli del 3 ottobre di quello stesso anno, egli stabilì che Ferdinando, suo secondo figlio (il terzo in linea di nascita, dal momento che il primo dei figli di Carlo III era stato escluso dal trono in quanto sofferente di gravi disturbi mentali) venisse nominato re delle Due Sicilie. Il nuovo sovrano, ricevette le corone di Napoli e Sicilia, con il decreto pragmatico del 6 ottobre 1759. Questo fece sì che inoltre egli ereditasse l'ordine dal padre e di conseguenza che questo passasse ai suoi discendenti in linea diretta, i re delle Due Sicilie, appunto.

Lo Stato italiano ha riconosciuto l'autorizzazione a fregiarsi di tale onorificenza, nonostante che si tratti di un ordine cavalleresco dinastico-statuale collegato alla pretensione dinastica al trono delle Due Sicilie.

Struttura dell'ordine

Originariamente, oltre alla figura del gran maestro, l'ordine constava dei seguenti ministri:

  • cancelliere

  • segretario

  • tesoriere

  • maestro delle cerimonie

Questi ruoli vennero limitati con un decreto del 17 agosto 1827, di modo che i discendenti di chi aveva già ricoperto questa carica, non potessero ricoprirla a loro volta.

Per antico privilegio ai cavalieri di gran croce dell'ordine era riservato il trattamento di "eccellenza".

Insegne dell'ordine



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Collare

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Cavaliere





La medaglia dell'ordine, veniva portata sospesa a una fascia rossa di circa un metro, che partiva dalla spalla destra e finiva sul fianco sinistro, ed è composta da croce maltese biforcata e puntata, smaltata di bianco con raggi di sole rossi e d'oro che si estendono lungo i bracci, circondati da quattro gigli dorati con al centro l'immagine di san Gennaro in abiti vescovili, uscente da una nuvola d'oro, reggente (secondo l'iconografia tradizionale) un pastorale e le ampolline conservate nel duomo di Napoli e contenenti il sangue del martire. La placca da petto è d'argento.

Il motto dell'Ordine è IN SANGUINE FOEDUS ("nel sangue, l'unione"), esplicito riferimento all'annuale miracolo che si compie in occasione della festa del santo, dove si liquefa il sangue contenuto nelle ampolline.



Insigne Ordine di San Gennaro

Insigne Real Ordine di San Ferdinando e del Merito



Esso venne fondato il 1º aprile del 1800 dal re Ferdinando IV, tornato a Napoli dopo l'esilio dovuto all'occupazione napoleonica. Attraverso questa istituzione, che pose sotto il patronato di san Ferdinando, suo patrono, antenato e patrono del Regno, egli decise di ricompensare coloro che avevano dato prova di devozione e gli erano rimasti fedeli durante il non facile periodo appena trascorso che lo aveva visto costretto a rifugiarsi in Sicilia, nonché forniva la possibilità al monarca di premiare anche personalità di fede non Cattolica, altrimenti non premiabili per le prerogative di Cattolicità espresse negli Statuti degli Ordini in quel momento contemporanei nel Regno (l'Ordine di San Gennaro e l'Ordine Costantiniano).

Originariamente, l'ordine era diviso nelle due classi di "gran croce" e di "commendatore", alle quale venne in seguito aggiunta anche quella di "cavaliere". I cavalieri di gran croce, godevano del titolo di eccellenza ed avevano il diritto di tenere il capo coperto in presenza del re (retaggio spagnolo concesso anche ai grandi di Spagna di I classe), e non potevano essere più di ventiquattro, le cui nomine spettavano esclusivamente al gran maestro.

Meriti speciali erano riservati a quei generali valorosi che si fossero distinti sul campo, che venivano premiati solitamente con la gran croce e coloro che avessero difeso un luogo strategico fondamentale o preso possesso di una città, venivano premiati con la commenda. In entrambi i casi, spettava al re concedere o meno una pensione annua in ricompensa al valore



















Insegne

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Cavaliere

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Commendatore

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Cavaliere di Gran Croce



    La medaglia è composta da una stella di sei raggi d'oro alternati ad altrettanti gigli d'argento con al centro uno scudo d'oro, recante l'immagine di San Ferdinando, orlata di smalto azzurro recante il motto FIDEI ET MERITO.

  • La placca è composta da una stella di sei raggi d'oro alternati ad altrettanti gigli d'argento con al centro uno scudo d'oro, recante l'immagine di San Ferdinando, orlata di smalto oro recante il motto FIDEI ET MERITO.

  • Il nastro è di colore turchino, orlato di rosso cupo.[1]

Membri celebri





Insigne Real Ordine di San Ferdinando e del Merito





Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio



Il Sacro militare ordine costantiniano di San Giorgio è un ordine religioso cavalleresco di collazione, da ultimo legato alla casata dei Borbone-Due Sicilie.

Le sue origini vengono tradizionalmente fatte risalire all'imperatore Costantino, dal quale sarebbe stato costituito dopo la vittoria contro Massenzio nella battaglia di Ponte Milvio, successo ottenuto grazie al favore divino manifestatosi con l'apparizione in cielo della croce accompagnata dalla scritta “In hoc signo vinces”. È perciò considerato il più antico ordine cavalleresco della cristianità, nonché il più antico in assoluto.

L'Ordine si propone la glorificazione della croce, la propagazione della fede cattolica, e la difesa della Chiesa apostolica romana, cui è strettamente legato. Condizione necessaria infatti per divenire membri dell'Ordine è professare la religione cattolica apostolica romana.

L'Ordine, inoltre, si propone anche di dare il suo maggior contributo d'azione e di attività alle due grandi opere eminentemente sociali dell'assistenza ospedaliera e della beneficenza.

L’attuale Gran Maestro è S.A.R. Pietro di Borbone Due Sicilie.



Origini

La fondazione dell'ordine si attribuisce tradizionalmente all'imperatore romano Costantino I, e collocata nel 313, e all'imperatore bizantino Isacco II Comneno, della dinastia degli Angeli (che si dichiarava discendente di Costantino) nel 1190, ad imitazione degli ordini monastico militari sorti in oriente a seguito delle crociate. Su ordine del gran maestro Alessio V Angelo Flavio Comneno, Imperatore d'Oriente, i Cavalieri Costantiniani parteciparono alla prima crociata dal 1099. Nel 1209 l'Ordine partecipò alla Crociata Albigese, voluta dal papa Innocenzo III, agli ordini del gran maestro Alessio Andrea Angelo Flavio Comneno.

Una delle prime menzioni scritte di questo ordine è costituita dal breve apostolico Quod alias di papa Giulio III, con cui il pontefice riconosceva la dignità di gran maestro dell'ordine ad Andrea Angelo Flavio Comneno. La cronologia storicamente accertata dei gran maestri inizia pertanto da questi, morto nel 1580. Suo fratello Girolamo era stato co-gran maestro a partire dagli anni '70 del XVI secolo fino alla sua morte, ma ad Andrea successe il nipote Pietro II dal 1580 fino alla morte nel 1592. Gli successe a sua volta il figlio maggiore Giovanni Andrea (1569-1630), alla cui morte il magistero passò al nipote Angelo (ancora minore d'età fino al 1634), morto nel 1678. Gli succedettero il fratello Marco, ma per poco, poiché morì l'anno dopo, ed in seguito un altro fratello, Girolamo, morto nel 1687, cui successe il fratello Giovanni Andrea, l'ultimo della famiglia, morto nel 1703. Sopravvisse loro una nipote di nome Laura, figlia di Girolamo, suora nel 1756.



Il periodo farnesiano

L'ultimo discendente del casato, il principe Giovanni Andrea Angelo Flavio Comneno, nel 1698, concesse il gran magistero dell'ordine al duca di Parma Francesco Farnese e il contratto di cessione venne sancito dal breve papale Sincerae fidei di papa Innocenzo XII del 1699. Gli statuti dell'ordine subirono una revisione nel 1706 e una conferma definitiva della cessione al casato farnense con bolla papale Militantis Ecclesiae di papa Clemente XI del 1718. In quell'anno il duca scelse come sede dell'ordine la chiesa di Santa Maria della Steccata, da allora detta anche "chiesa magistrale". Tale conferma papale, fu anche frutto della costituzione di un reparto militare che combatté in difesa della cristianità. Infatti a partire dal febbraio del 1717, venne creato il Reggimento Costantiniano, per dare supporto alle truppe della Repubblica di Venezia e del Sacro Romano Impero contro i Turchi in Dalmazia. Il Reggimento, comandato dal conte piacentino Federico dal Verme e da altri nobili, era composto da 8 compagnie, per un totale complessivo di circa 2000 uomini.

Nel 1727 all'ultimo discendente della dinastia dei Farnese, il duca Antonio Farnese, succedette nel gran magistero dell'ordine, per scelta di quest'ultimo, l'infante di Spagna don Carlo di Borbone, figlio della nipote Elisabetta Farnese. Dopo il 1736 quando l'Austria occupò Parma, Carlo di Borbone mantenne le sue funzioni di gran maestro ed il controllo della chiesa di Santa Maria della Steccata, anche se era già sovrano di Napoli. Asceso al trono di Spagna con il nome di Carlo III, cedette al suo figlio terzogenito, l'infante don Ferdinando, oltre al Regno delle Due Sicilie, il gran magistero costantiniano, trasmissibile ai figli maschi primogeniti ("primogeniti farnesiani"). Il trasferimento del gran magistero dell'ordine costituì un atto separato, avvenuto dieci giorni dopo il passaggio del trono di Napoli e Sicilia. In seguito l'ordine venne tramandato a tutti i successori sul trono delle Due Sicilie ed ha continuato ad essere conferito fino ad oggi, nell'ambito del patrimonio dinastico della famiglia dei Borbone.



Elenco dei Gran Maestri

Cronologia leggendaria, tradizionale (non documentata)

  1. Costantino I il Grande, imperatore 313 – 22 maggio 337

  2. Costantino II Flavio, imperatore 22 maggio 337 – febbraio 340

  3. Costante I Flavio, imperatore 22 maggio 337 – 18 gennaio 350

  4. Costanzo II Flavio, imperatore 22 maggio 337 – 3 novembre 361

  5. Costanzo Gallo Angelo Flavio, principe di Macedonia 361 – 362

  6. Michele Gallo Angelo Flavio, principe di Macedonia 362 – 428

  7. Alessio Angelo Flavio Comneno, principe di Macedonia 428 – 458

  8. Alessio II Angelo Flavio Comneno, principe di Cilicia e di Macedonia 458 – 514

  9. Michele II Angelo Flavio Comneno, principe di Cilicia e di Macedonia 514 – 548

  10. Alessio Michele Angelo Flavio Comneno, principe di Cilicia e di Macedonia 548 – 586

  11. Angelo Michele Angelo Flavio Comneno, principe di Cilicia e di Macedonia 586 – 617

  12. Filippo Basilio Pipino Angelo Flavio Comneno, principe di Cilicia e di Macedonia 617 – 625

  13. Isacco Angelo Flavio Comneno, principe di Cilicia e di Macedonia 625 – 667

  14. Alessio III Angelo Flavio Comneno, principe di Cilicia e di Macedonia 667 – 719

  15. Costantino III Angelo Flavio Comneno, principe di Cilicia e di Macedonia 719 – 781

  16. Michele IV Angelo Flavio Comneno, principe di Cilicia e di Macedonia 781 – 820

  17. Costantino IV Angelo Flavio Comneno, principe di Cilicia e di Macedonia 820 – 905

  18. Alessio IV Angelo Flavio Comneno, principe di Cilicia e di Macedonia 905 – 953

  19. Michele V Angelo Flavio Comneno, principe di Cilicia e di Macedonia 953 – 984

  20. Emanuele Michele Angelo Flavio Comneno, principe di Cilicia e di Macedonia 984 – 1021

  21. Isacco II Angelo Flavio Comneno, imperatore (Isacco I) 1021 – 1061

  22. Alessio V Angelo Flavio Comneno, imperatore (Alessio I) 1061 – 1118

  23. Giovanni Angelo Flavio Comneno, imperatore (Giovanni II) 1118 – 8 aprile 1143

  24. Isacco III Angelo Flavio Comneno 1143 – 1152

  25. Andronico Angelo Flavio Comneno 1152 – 1185

  26. Isacco IV Angelo Flavio Comneno, imperatore (Isacco II) 1185 – 12 aprile 1204

  27. Alessio VI Angelo Flavio Comneno, imperatore (Alessio IV) 1195 – 28 gennaio 1204

  28. Alessio Andrea Angelo Flavio Comneno, principe di Macedonia, duca di Drivasto e Durazzo 1204 – 1260

  29. Michele VI Angelo Flavio Comneno, principe di Macedonia, duca di Drivasto e Durazzo 1260 – 1318

  30. Andrea Angelo Flavio Comneno, principe di Macedonia, duca di Drivasto e Durazzo 1318 – 1366

  31. Michele VII Angelo Flavio Comneno, principe di Macedonia, duca di Drivasto e Durazzo 1366 – 1410

  32. Paolo Angelo Flavio Comneno, principe di Macedonia, duca di Drivasto e Durazzo 1410 – 1453

  33. (33) Andrea II Angelo Flavio Comneno, principe di Macedonia, duca di Drivasto e Durazzo 1453 – 1479

  34. (34) Pietro I Angelo Flavio Comneno, principe di Macedonia, duca di Drivasto e Durazzo, Arcivescovo di Durazzo, 1479 – 1511

  35. (35) Giovanni Demetrio Angelo Flavio Comneno, principe di Macedonia, duca di Drivasto e Durazzo 1511 – 1570

Cronologia storica (documentata)

  1. (36) Andrea Angelo Flavio Comneno, principe di Macedonia, duca di Drivasto e Durazzo 1570-1580

  2. (36) Girolamo Angelo Flavio Comneno, principe di Macedonia, duca di Drivasto e Durazzo 1570-1591 (co-Gran Maestro)

  3. (37) Pietro II Angelo Flavio Comneno, principe di Macedonia, duca di Drivasto e Durazzo 1580 – 1592

  4. (38) Giovanni Andrea I Angelo Flavio Comneno, principe di Macedonia, duca di Drivasto e Durazzo 1572 – 20 luglio 1623

  5. (39) Marino Caracciolo, principe di Avellino 20 luglio 1623 – 1627

    • Giovanni Andrea I Angelo Flavio Comneno, principe di Macedonia, duca di Drivasto e Durazzo (per la seconda volta) 1627 – 1630

  6. (40) Angelo Maria Angelo Flavio Comneno, principe di Macedonia, duca di Drivasto e Durazzo 1634 – 1678

  7. (41) Marco Angelo Flavio Comneno, principe di Macedonia, duca di Drivasto e Durazzo 1678 – 1679

  8. (42) Girolamo II Angelo Flavio Comneno, principe di Macedonia, duca di Drivasto e Durazzo 1679 – 1687

  9. (43) Giovanni Andrea II Angelo Flavio Comneno, principe di Macedonia, duca di Drivasto e Durazzo 1687 – 1699

  10. (44) Francesco I Farnese, duca di Parma e Piacenza 1699 – 26 febbraio 1727

  11. (45) Antonio Farnese, duca di Parma e Piacenza 26 febbraio 1727 – 20 gennaio 1731

  12. (46) Carlo di Borbone, re di Napoli e di Sicilia 20 gennaio 1731 – 1759

  13. (47) Ferdinando IV di Borbone, re di Napoli e III di Sicilia, poi Ferdinando I delle Due Sicilie 1759 – 4 gennaio 1825

  14. (48) Francesco I di Borbone, Re del Regno delle Due Sicilie 4 gennaio 1825 – 8 novembre 1830

  15. (49) Ferdinando II di Borbone, Re del Regno delle Due Sicilie 8 novembre 1830 – 22 maggio 1859

  16. (50) Francesco II di Borbone, Re del Regno delle Due Sicilie 22 maggio 1859 – 27 dicembre 1894

  17. (51) Alfonso di Borbone-Due Sicilie, Conte di Caserta, 27 dicembre 1894 – 26 maggio 1934

  18. (52) Ferdinando Pio di Borbone-Due Sicilie, Duca di Calabria, Conte di Caserta (1894-1934), 26 maggio 1934 – 7 gennaio 1960.

  1. (53) Alfonso Maria di Borbone Due Sicilie (1960-1964).

  2. (54) Carlos Maria di Borbone-Due Sicilie, Duca di Calabria, Conte di Caserta (1964-2015).

  3. (55) Pietro di Borbone Due Sicilie Duca di Calabria, Conte di Caserta (2015- in carica).





Reale ordine di Francesco I

Storia

L'ordine, come indicato dal nome stesso, venne fondato dal re Francesco I delle Due Sicilie il 28 settembre 1829 per premiare i benemeriti nelle scienze, nelle lettere, nelle arti e nell'ambito civile. Dato questo suo spiccato carattere "civile", l'ordine fu un vero e proprio precursore dei moderni ordini al merito.

Il decreto d'istituzione venne catalogato con il numero 2594, firmato il 28 settembre 1829 e pubblicato il 3 ottobre di quello stesso anno.

Inoltre con un decreto in pari data i due reali ordini di Francesco I e di San Giorgio della riunione furono uguagliati in dignità e prerogative.

Un decreto del re di Sardegna del 7 settembre 1860 abolì tutti gli Ordini delle Due Sicilie, ma l'imposizione non fu accettata né da Francesco II né dal Conte di Caserta. Quest'ultimo fece 48 concessioni di questo Ordine ad italiani; di queste otto furono Gran Cordoni e tre Gran Croci. Concesse, inoltre, il Gran Cordone a molti dei suoi figli. Dopo il 1920, l'Ordine non venne a lungo più conferito.

Gradi

  • Cavaliere di Gran Croce

  • Commendatore

  • Cavaliere

A queste si aggiungevano:

  • Medaglia d'oro

  • Medaglia d'argento

Questa suddivisione, successivamente, venne corretta da Ferdinando II, figlio di Francesco I, il quale con un decreto promulgato a Caserta il 21 dicembre 1858, aggiunse altre tre classi all'Ordine: i cavalieri di gran cordone, i commendatori con placca che seguivano i cavalieri di gran croce, ed infine i cavalieri di II classe come grado minore che seguiva quello di cavaliere.

In seguito a tale riforma degli Statuti le classi divennero otto:

  • Cavaliere di Gran Cordone (o Gran Croce con Fascia)

  • Cavaliere di Gran Croce

  • Commendatore con Placca

  • Commendatore

  • Cavaliere di Prima Classe

  • Cavaliere di Seconda Classe

  • Medaglia d'Oro

  • Medaglia d'Argento.

Insegna

L'insegna dell'ordine consisteva in una croce biforcata d'oro, smaltata di bianco e accantonata da quattro gigli d'oro, caricata da uno scudo con la cifra F.I. (Francesco I) sormontata dalla corona e circondato da serto di alloro e da un orlo azzurro con il motto: DE REGE OPTIMO MERITO. Sul rovescio lo scudo riportava la scritta FRANCISCUS PRIMUS INSTITUIT M.DCCC.XXIX.

Le medaglie, invece, avevano sul fronte l'effigie del re con una corona di quercia intorno e la legenda FRANCISCUS I, REG. UTR. SIC. ET HIER. REX, e nel rovescio il motto DE REGE OPTIMO MERITO M.DCCC.XXIX.







Reale ordine di Francesco I

Reale e militare ordine di San Giorgio della Riunione

Storia

Quest'ordine venne fondato il 1º gennaio 1819 da Ferdinando I, re delle Due Sicilie, per celebrare la riunione sotto il suo scettro dei domini di Napoli e Sicilia (l'unione era infatti già stata costituita in epoca napoleonica e questa istituzione, ovviamente, voleva celebrarne il passaggio alla casata di Borbone-Napoli).

La sua istituzione, però, comportò la soppressione del precedente Ordine reale delle Due Sicilie, creato nel 1808 da Giuseppe Bonaparte, fratello di Napoleone I ed all'epoca re delle Due Sicilie.

L'Ordine ebbe poi modifiche da Francesco I il 28 settembre 1829, con il quale i due reali Ordini di Francesco I e di San Giorgio della riunione furono uguagliati in dignità e prerogative, e da Ferdinando II con R.D. del 10 maggio 1850.

La dottrina prevalente in materia sia cavalleresca che giuridica, considera tale Ordine di tipologia dinastico-statuale o di corona delle Due Sicilie, di conseguenza estinto con la fine di quel regno.

Dalla fondazione come dignità di diritto legata al Ducato di Calabria, e di conseguenza, dalla fine del Regno delle Due Sicilie, come dignità spettante al Ducato di Noto, il ramo ispano-napoletano della Casa Borbone Due Sicilie è oggi l'unico che può ostentare la carica di Gran Connestabile (o Gran Contestabile).







Gradi



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Cavaliere

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Commendatore

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Cavaliere di Gran Croce



Le cariche principali erano affidate ai membri della famiglia reale, con il seguente ordine:

  • gran maestro: il sovrano

  • gran contestabile: il duca di Calabria

Gli aderenti all'ordine erano suddivisi in quattro gruppi di cavalieri, ovvero:

  • gran collane (detti gran bandierati) (poi aboliti da Francesco I il 28 settembre 1829)

  • gran croce (detti bandierati)

  • commendatore

  • cavaliere di diritto/cavaliere di grazia

In epoche successive vennero aggiunti anche altri due gradi di valore inferiore al cavaliere di grazia:

  • medaglia d'oro

  • medaglia d'argento.

Odiernamente, per quanto alla sezione precedente, le uniche dignità esistenti sono:


    Le insegne

Le insegne consistevano in una croce smaltata di color rosso rubino, attraversata da due spade d'oro decussate sul retro, con al centro l'effigie di san Giorgio a cavallo che trafigge il drago, circondato da un cerchio turchino e da una ghirlanda d'alloro. In questo cerchio compariva inoltre il motto: IN HOC SIGNO VINCES.

I cavalieri di gran croce, oltre la placca d'argento sul lato sinistro del petto, portavano sospesa da una banda, l'immagine di san Giorgio cesellata in oro.

Le medaglie presentavano su entrambi i lati l'effigie di san Giorgio che trafigge il drago e nella medaglia d'oro si trovava inciso il motto VIRTUTI, mentre in quella d'argento la parola MERITO.

Il nastro era azzurro orlato di giallo-arancio.





Reale e militare ordine di San Giorgio della Riunione







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